Prevenire l'Alzheimer è uno degli obiettivi principali degli studi che vengono condotti da medici e scienziati, impegnati nel ricercare le cause scatenanti di questa malattia, con il fine di anticiparne lo sviluppo e il peggioramento.
Questo traguardo non sembra essere ancora vicino e, in effetti, le conoscenze sulle origini della sindrome più nota tra le forme di demenza senile non sono ancora chiare.
Tuttavia, si può fare un punto della situazione su ciò che finora è stato scoperto, per capire su cosa indagare a livello medico per intercettare la malattia e iniziare a trattarla per tempo.

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Prevenzione Alzheimer, cosa sappiamo oggi
L’Alzheimer è una forma di demenza senile che si presenta soprattutto in età adulta, a partire dai 50 anni in su. Alcune forme giovanili possono colpire anche a partire dai trent’anni, ma sono casi estremamente rari.
Sull’origine non ci sono ancora informazioni certe, ma un fattore comune a tutte le persone affette da Alzheimer è la presenza di placche di beta-amiloide sul tessuto esterno del cervello e di proteina tau all'interno di esse.
Quando queste proteine si raggruppano e si accumulano, possono interferire con la normale trasmissione neuronale: in altre parole, impediscono ai neuroni di comunicare correttamente.
Inoltre, la proteina beta-amiloide tende ad accumularsi nella zona del cervello predisposta alla memoria e alla concentrazione.
Nel caso dell’Alzheimer, è possibile riscontrare la presenza di beta-amiloide con una risonanza magnetica cerebrale.
Prevenire Alzheimer: segnali da non sottovalutare
Da un punto di vista medico, quindi, non esistono ancora esami diagnostici in grado di individuare con certezza l’inizio della sindrome di Alzheimer.
Oltre alla presenza di beta-amiloide, che generalmente è visualizzata durante una risonanza effettuata appositamente per ricercarla, non esistono altri esami strumentali a disposizione.
Lo studio e l’individuazione dei primi sintomi sono invece efficaci per agire concretamente sulla malattia e sui sintomi che comporta. La diagnosi di Alzheimer parte sempre dall’osservazione delle abitudini di vita e dai cambiamenti che si possono verificare a partire dai 50 anni di età.
I primi segnali si ravvedono generalmente nella capacità mnemonica e di concentrazione. La persona ha difficoltà a ricordare gli eventi, soprattutto quelli più recenti, e dimentica informazioni che prima ricordava con facilità, come numeri di telefono o itinerari per arrivare in un luogo.
Molto comune è anche la perdita delle parole successive nella comunicazione. Spesso il proprio enunciato si interrompe perché “non viene la parola”. Questo è un sintomo classico dell’Alzheimer allo stadio iniziale.
Bisogna quindi preoccuparsi immediatamente e sospettare di avere l’Alzheimer, se questo succede? No, non è necessario allarmarsi.
Per prevenzione, però, è consigliabile richiedere una visita neurologica e parlare al proprio medico di ciò che sta cambiando, in merito all’uso della propria memoria.
L’unica arma che abbiamo oggi per combattere l’Alzheimer è realmente la prevenzione e la ricognizione dello stato iniziale.
Per arrivare a questo obiettivo, la comunicazione tra il medico e il paziente riveste un ruolo fondamentale: monitorare lo stato e l’evoluzione dei sintomi serve a definire di volta in volta la terapia migliore e a ritardare il peggioramento della demenza.
I servizi offerti da CareVox sono ottimi per mettere in contatto medici, caregiver e pazienti in un unico "spazio digitale", in cui condividere le informazioni e seguire i piani terapeutici insieme.
Come prevenire la demenza senile e l’Alzheimer
Tutte le forme di demenza senile, incluso il morbo di Alzheimer, subiscono un netto peggioramento già dalla fase iniziale se si adottano delle abitudini di vita scorrette o inappropriate.
Curare il proprio fisico, con una dieta bilanciata e un esercizio fisico regolare, è quindi molto utile anche in questo caso, oltre che per prevenire tantissime malattie cardiovascolari legate a una vita sedentaria o a un eccesso di peso.
Oltre a queste correzioni al proprio stile di vita, per prevenire l’Alzheimer è anche utile:
- smettere di fumare;
- limitare il consumo di alcolici o eliminarlo completamente;
- ridurre lo stress;
- occuparsi della propria salute mentale.
Per quest’ultimo proposito, è utile ricordare che l’Alzheimer annovera tra i sintomi forti depressioni e stati di isolamento sociale. La socialità, l’incontro e il confronto con altre persone si rivela quindi molto utile anche per prevenire queste forme di solitudine che l’Alzheimer tende a portare con sé.
Come combattere l’Alzheimer
Le cure dell’Alzheimer a oggi possibili sono oggetto di approfondimento di questo articolo, dedicato proprio a cosa fare contro l’Alzheimer e il peggioramento della sindrome.
In aggiunta a quanto già detto, vogliamo ribadire l’importanza di affiancare costantemente la persona affetta dalla demenza senile e dalle sue forme.
Con l’andare del tempo, e senza le adeguate cure che al momento sono ancora in fase di ricerca, l’Alzheimer è destinato a peggiorare e a rendere la persona che ne soffre sempre meno indipendente.
Il ruolo del caregiver diventa quindi fondamentale e imprescindibile, così come il ruolo del medico che, per supportare la persona con Alzheimer durante la sua malattia, deve costantemente rimanere aggiornato sul suo stato di salute.
La piattaforma CareVox è indicata per favorire il dialogo tra queste due figure, che nella vita di chi soffre di Alzheimer diventano vitali e irrinunciabili.