Un ictus si verifica quando l'afflusso di sangue a una parte del cervello viene interrotto o ridotto, impedendo al tessuto cerebrale di ricevere ossigeno e sostanze nutritive.

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Senza ossigeno, le cellule cerebrali e i tessuti vengono danneggiati e iniziano a morire in pochi minuti.
In Italia, l’ictus è la terza (o la seconda, stando ad alcune stime) causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie (il 10-12% di tutti i decessi per anno si verifica dopo un ictus) e rappresenta la principale causa d’invalidità.
Secondo i dati del Progetto Cuore dell’ISS, nel nostro Paese il numero di persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, è pari a circa 913.000.
Che cos’è e come viene l’ictus
Un ictus, noto anche come CVA (cerebrovascular accident), si verifica quando una parte del cervello perde il suo apporto di sangue e la parte del corpo controllata dalle cellule cerebrali prive di sangue smette di funzionare.
Questa perdita di afflusso di sangue può essere ischemica, a causa della mancanza di flusso sanguigno, o emorragica, a causa del sanguinamento nel tessuto cerebrale.
L’ictus rappresenta un'emergenza medica perché può portare alla morte o alla disabilità permanente.
Esiste la possibilità di trattare gli ictus ischemici, ma l’intervento deve avvenire nelle prime ore dall'arrivo dei primi segnali.
In caso di sospetto ictus, il paziente, la famiglia o chi è fisicamente vicino devono chiamare immediatamente i soccorsi medici senza perdere tempo: in presenza di un ictus ogni minuto può infatti fare la differenza!
Un attacco ischemico transitorio, detto anche TIA (transient ischaemic attack) o mini-ictus descrive un ictus ischemico di breve durata in cui i sintomi si risolvono spontaneamente.

Fattori di rischio dell'ictus
Anche questa situazione, però, richiede una valutazione di emergenza per cercare di ridurre al minimo il rischio di un ictus futuro. Per definizione, un ictus sarebbe classificato come TIA se tutti i sintomi si risolvessero entro 24 ore senza apportare gravi danni all’individuo colpito.
Fattori di rischio dell’ictus
Partendo dal presupposto che tutti, senza esclusione, possono essere colpiti da ictus, esistono diversi fattori che rendono la persona più o meno suscettibile a questo rischio.
In particolare, classifichiamo i fattori di rischio di un ictus in modificabili e non modificabili.
Alla prima categoria appartengono tutti quei fattori che dipendono dalla conduzione di una vita fatta di abitudini errate e poco salutari che alterano lo stato di salute e mettono la persona a rischio.
Proprio per chi si trova in una situazione del genere è indispensabile controllare costantemente i propri valori e affidarsi a CareVox per monitorare il proprio stato di salute e intervenire prontamente al minimo segnale di allarme.
Ictus - Fattori di rischio modificabili
Alcuni comportamenti rendono l’individuo più predisposto all'ictus. Questo vuol dire che a più fattori di rischio si è esposti, più è probabile che si possa avere un ictus.
I fattori di rischio modificabili per l'ictus includono:
- dieta, un'alimentazione malsana che aumenta il rischio di ictus è quella ad alto contenuto di sale, grassi saturi, colesterolo ecc;
- inattività, l'esercizio fisico regolare ha una serie di benefici per la salute. Per gli adulti è consigliato fare almeno 2,5 ore di esercizio aerobico ogni settimana, che può significare anche semplicemente una camminata veloce 3 o 4 volte a settimana;
- consumo di alcol, bere alcolici dovrebbe essere fatto con moderazione. Ciò significa non più di un bicchiere di vino al giorno per le donne e non più di due per gli uomini. Un alto consumo di bevande alcoliche può aumentare i livelli di pressione sanguigna, così come i livelli di trigliceridi, che possono causare aterosclerosi;
- tabacco, è ormai accertato che il fumo danneggia i vasi sanguigni e il cuore.
Ictus - Fattori di rischio non modificabili
Esistono poi i fattori di rischio per l’ictus non modificabili, ovvero non dipendenti dai nostri comportamenti ma da condizioni esterne e di conseguenza non controllabili, quali:
- storia familiare: il rischio di ictus è maggiore in alcune famiglie a causa di problemi di salute genetici, come l'ipertensione;
- sesso: sebbene siano gli uomini a essere più colpiti dall’ictus, la percentuale di mortalità nelle donne di tutte le fasce d'età è più alta;
- età: più si va avanti con gli anni, più le probabilità di ictus aumentano;
- etnia: studi dicono che i caucasici, gli asiatici americani e gli ispanici hanno meno probabilità di avere un ictus rispetto agli afroamericani, ai nativi americani.
Cause dell’ictus - diffusione e incidenza
La causa di un ictus dipende dal tipo di fenomeno: i tre tipi principali di ictus sono l'attacco ischemico transitorio (TIA), l'ictus ischemico e l'ictus emorragico.
Le cause dell’ictus ischemico transitorio
Un TIA è causato da un blocco temporaneo in un'arteria che conduce al cervello.
Il blocco, tipicamente un coagulo di sangue, impedisce al sangue di fluire verso alcune parti del cervello.
Un attacco ischemico transitorio in genere dura da pochi minuti a poche ore, quindi il blocco si sposta e il flusso sanguigno viene ripristinato.

Ictus ischemico
Le cause dell’ictus ischemico
“L’ictus ischemico è la morte di una parte del tessuto cerebrale (infarto cerebrale) dovuta a un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cervello in seguito al blocco di un’arteria.” (fonte Manuale MSD - Versione per pazienti).
Come un TIA, un ictus ischemico è causato da un blocco in un'arteria che porta al cervello. Si tratta della forma più comune di ictus: circa l’87% dei casi totali di ictus sono di carattere ischemico.
Questo blocco può essere un coagulo di sangue (trombo) o può essere causato da un embolo, ovvero un piccolo coagulo di sangue circolante derivante dallo sfaldamento di un trombo.
A seconda dell’avvenimento scatenante, l’ictus viene definito di tipo trombotico o di tipo embolico.
Cause dell’ictus emorragico
Un ictus emorragico, infine, è causato dalla rottura o dalla perdita di sangue da un’arteria.
In questo caso, il sangue, fuoriuscendo, penetra dentro o intorno ai tessuti del cervello, facendo aumentare la pressione e danneggiando le cellule cerebrali.
In base a dove avviene il fenomeno emorragico, l'ictus correlato può essere di tipo intracerebrale, quando avviene all’interno del cervello, oppure di tipo subaracnoideo, quando invece il danno venoso si verifica sulla superficie del cervello.
I fattori di rischio dell’ictus emorragico possono essere:
- ipertensione cronica;
- trauma cerebrale pregresso;
- aneurisma cerebrale;
- angiopatie cerebrali;
- disfunzioni o malformazioni artero-venose congenite.
L’ictus emorragico è davvero pericoloso ed è considerato la forma più grave di ictus. Il rischio di decesso in questi casi è molto elevato, ecco perché persone con patologie rischiose devono essere costantemente monitorate.
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