Secondo l’Italian Journal of Medicine, oggi l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di disabilità al mondo e uno dei problemi sanitari più importanti nei paesi industrializzati, con un notevole impatto socio-economico.

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L’Italia è perfettamente in linea con queste statistiche. Nel nostro Paese, infatti, con 200 mila nuovi casi l’anno, l’ictus si pone ai primissimi posti per quanto riguarda le cause di morte, di demenza e di invalidità permanente, subito dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie.
Un peso importante sul bilancio della sanità ma soprattutto un problema enorme per l’individuo colpito che, in molti casi, non riesce più a ritornare alla vita di prima senza conseguenze.
Eppure, al di là di episodi dovuti a cause di carattere genetico, con l’acquisizione di un corretto stile di vita è possibile prevenire l’ictus e, con la giusta dose di conoscenze, imparare a riconoscerlo.
È necessario rendersi conto che agire tempestivamente all’insorgere dei sintomi di un ictus può evitare conseguenze invalidanti e soprattutto evitare il rischio di morte.

Riconoscere e prevenire l'ictus
Che cos’è l’ictus
L’ictus si manifesta a causa di una mancanza o grave riduzione di apporto di ossigeno (sangue ossigenato) e nutrienti in un’area più o meno estesa del cervello.
L’ictus comporta un danno all’area del tessuto cerebrale colpita che può essere più o meno importante a seconda dei casi e causare anche la morte improvvisa.
Conosciamo principalmente due tipologie di ictus:
- l’ictus ischemico è quello più frequente e si verifica in seguito alla comparsa di un trombo, ovvero un coagulo di sangue, all’interno di un’arteria del cervello. Questo fenomeno frena o rallenta la circolazione del sangue nella zona colpita, causando l’interruzione della funzionalità delle cellule nervose (ischemia);
- l’ictus emorragico avviene invece con la dispersione di sangue in un’area del cervello a causa della rottura di un vaso sanguigno. Si tratta di un evento più raro ma anche più serio, sovente causa di decesso della persona colpita.
È proprio perché l’insorgere di un ictus comporta un forte rischio per la vita di un essere umano che la prevenzione e l’intervento immediato risultano fattori da non sottovalutare.
Ictus: quali sono le cause
I fattori di rischio nell'insorgenza dell’ictus possono essere attribuibili a comportamenti e stile di vita errati ma anche a fattori non modificabili, come ad esempio l’età avanzata, il sesso o la predisposizione genetica.
È infatti noto che il rischio di ictus aumenta sensibilmente nei soggetti oltre i 55 anni e che i più colpiti, secondo un’indagine dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, siano gli uomini.
Per quanto riguarda le cause comportamentali, invece, a rischio di ictus sono persone che soffrono di ipertensione arteriosa, malattie cardiache, diabete, aterosclerosi.
Patologie, queste, che spesso sono conseguenza di comportamenti nocivi per l'organismo, quali il fumo, anche passivo, l'alimentazione sbagliata che induce a sovrappeso o obesità, l'abuso di alcool e di droghe, la sedentarietà, lo stress prolungato e che possono essere allontanati adottando abitudini di vita sane ed equilibrate.
Come riconoscere un ictus e come intervenire
L’arrivo di un ictus è spesso accompagnato da sintomi che si verificano in modo repentino e improvviso.
Tuttavia, in alcuni casi, i segnali preventivi sono più lievi e facilmente individuabili se si possiedono le giuste conoscenze.
I segnali d'allarme più frequenti che una persona colpita da ictus può avvertire sono:
- intorpidimento o debolezza di una metà del corpo;
- difficoltà di linguaggio o di comprensione:
- vertigini e difficoltà di coordinamento motorio;
- stato confusionale improvviso con forte mal di testa, nausea e vomito;
- difficoltà visiva da un occhio;
- bocca storta.

La bocca storta è un segnale di ictus
Riconoscere i segnali premonitori di un ictus dall’esterno è altrettanto importante per poter essere in grado di intervenire prontamente e magari salvare la vita di un nostro caro.
Per questo motivo, chi vive a stretto contatto con individui potenzialmente a rischio deve necessariamente conoscere quali sono i segnali e allarmarsi alla prima comparsa anche di solo uno di questi.
L’ictus è una malattia la cui risoluzione dipende dall’intervento tempestivo: di fronte a uno o più dei sintomi sopra elencati non bisogna perdere tempo e chiamare subito un’ambulanza.
Più veloce sarà l’arrivo in ospedale, più possibilità il paziente avrà di sopravvivere e salvare le proprie funzioni cerebrali.
Come prevenire l’ictus
Prevenire l’ictus vuol dire assicurarsi che il proprio cervello funzioni in modo sano, ovvero fare in modo che riceva un flusso costante di sangue, fornendo nutrienti vitali e ossigeno alle cellule cerebrali.
Apportando pochi semplici cambiamenti allo stile di vita è possibile ridurre significativamente le possibilità di insorgenza di un ictus:
- dieta sana: un’alimentazione sana ed equilibrata aiuta a ridurre la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, oltre che consentire il controllo sul peso e di conseguenza allontanare le probabilità di soffrire di malattie cardiache;
- esercizio fisico moderato: 30-60 minuti al giorno, anche a giorni alterni, mantengono il fisico, e di conseguenza il cervello, in forma e ben ossigenato;
- poco alcol: uno stile di vita sano non prevede la totale eliminazione di alcol, ma un uso moderato. Affinché non diventi un ostacolo al nostro benessere, il consumo di alcolici deve essere limitato a poche occasioni e senza eccessi in quantità;
- abolire il fumo: il fumo raddoppia il rischio di avere un ictus. Se smettere sembra troppo difficile, richiedere l’aiuto di un professionista può davvero salvare la vita;
- gestione di eventuali condizioni in essere: nelle situazioni in cui si soffre già di ipertensione, diabete o altre patologie che possono favorire l’ictus, tenere sotto controllo la malattia con esami periodici, farmaci adeguati e rispettando i punti elencati sopra, riduce al minimo il rischio.
In questi casi, strumenti di monitoraggio digitale come Carevox possono aiutare il paziente a migliorare la propria qualità di vita nella quotidianità.
La terapia
La comparsa di ictus necessita obbligatoriamente di cure ospedaliere immediate.
In ospedale, i medici intervengono subito con un’indagine approfondita per definire la gravità della condizione e l’area del cervello coinvolta.
Solo dopo aver individuato l’entità del danno subito si potrà procedere con la terapia più adeguata.
Se il paziente è stato colpito da ictus ischemico, la terapia sarà orientata a ristabilire il flusso di sangue all’interno dei vasi sanguigni cerebrali mentre, in presenza di un ictus emorragico, si interviene prima di tutto nel cercare di bloccare la fuoriuscita di sangue.
In entrambi i casi, a seconda dell’entità del danno, l’intervento può essere di carattere farmacologico, con la somministrazione di antitrombotici e anticoagulanti, oppure chirurgico, nei casi più seri.
Superata la crisi iniziale e rientrato l’allarme, il paziente avrà bisogno di una terapia riabilitativa per ritornare a una vita indipendente.
Il recupero non è uguale per tutti e va trattato, a seconda dell’entità del danno subito, con l’ausilio del fisioterapista, del logopedista, del neurologo e del dietologo.
Si tratta di un percorso non breve ma assolutamente indispensabile per il ritorno a una vita normale.
È questa la fase in cui raccogliere dati, abitudini e stati d'animo in un pratico diario online come quello integrato in Carevox può aiutare a restare focalizzati sugli obiettivi da raggiungere.