L’ictus ischemico, detto anche ischemia cerebrale, si verifica a causa del blocco di un’arteria che impedisce l’afflusso di sangue e di ossigeno al cervello, con conseguente morte di una parte del tessuto cerebrale.

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L’ischemia è un fenomeno che solitamente giunge in maniera abbastanza improvvisa e può costare la vita se l’intervento medico tarda ad arrivare.
Circa un terzo delle persone recuperano buona parte delle funzioni normali dopo un’ischemia cerebrale. Gli altri, purtroppo, vanno incontro a situazioni limitanti dal punto di vista fisico e/o cerebrale, se non addirittura a non superare il colpo.
Il primo trattamento in seguito a un’ischemia avviene attraverso l’utilizzo di farmaci utili a sciogliere i coaguli di sangue oppure, se necessario, un intervento chirurgico per sbloccare fisicamente l’arteria.
Superata la fase critica e verificati i danni, si procede con una terapia riabilitativa atta a riportare l’individuo colpito a alla sua vita quotidiana nel modo migliore possibile.

Riabilitazione post ischemia
Attacco ischemico transitorio (TIA)
L’ictus ischemico può avere diversi livelli di gravità ed essere quindi più o meno debilitante. Tra questi c’è la possibilità che un individuo sia vittima di un attacco ischemico transitorio, detto TIA (transient ischemic attack), un disturbo che generalmente si risolve in 24 ore.
Anche il TIA esordisce improvvisamente e i sintomi sono gli stessi dell’ictus ischemico, ma sono solo temporanei e reversibili, cioè non producono conseguenze.
Tuttavia, spesso l’attacco ischemico transitorio è un campanello d’allarme che indica un forte rischio di avere un’ischemia vera e propria, per cui chi ne è vittima deve essere cosciente di trovarsi in una posizione di alto rischio e comportarsi di conseguenza.
Ischemia: conseguenze e lesioni cerebrali
Prima un'ischemia viene trattata, minore sarà la gravità del danno cerebrale e di conseguenza migliori le possibilità di recupero.
Il recupero dopo un'ischemia richiede molto impegno, sia da parte della persona colpita che da quella dei loro familiari.
La nostra piattaforma CareVox fornisce un valido sostegno in questo periodo di transito, contribuendo a migliorare la gestione della malattia cronica.
Bisogna tener presente che l’ischemia è un evento molto grave. Le statistiche (fonte Manuale MSD) dicono che:
- circa il 20% dei pazienti colpiti da ictus ischemico muore in ospedale, con un’incidenza maggiore tra gli anziani;
- circa il 25% di coloro che guariscono da un primo ictus, ne avranno un altro entro 5 anni. Gli ictus successivi possono essere ancora più pericolosi e debilitanti;
- la maggior parte delle compromissioni fisiche e neurologiche ancora presenti dopo 12 mesi sono destinate a non scomparire più;
- solo il 10% delle persone colpite da ictus ischemico riacquista completamente le normali funzionalità. Alcuni sono fisicamente e mentalmente debilitati e incapaci di muoversi, parlare o alimentarsi normalmente;
- circa il 50% dei pazienti con paralisi monolaterale e la maggior parte di quelli che presentano una sintomatologia meno grave recupera parte della funzionalità una volta dimessa dall’ospedale, acquisendo, alla fine, la capacità di soddisfare le necessità fondamentali. Sono in grado di pensare in modo conscio e camminare adeguatamente, sebbene risulti limitato l’uso del braccio o della gamba interessata.
I danni conseguenti un ictus ischemico non sono verificabili immediatamente e dipendono da diversi fattori, quali l’età e la condizione pregressa del paziente.
A livello cerebrale, i danni dipendono anche da quale zona del cervello è stata colpita e dalla velocità di ripresa.
Le persone che iniziano a migliorare rapidamente, infatti, hanno più probabilità di recuperare integralmente.
Le conseguenze di un ictus ischemico dipendono dalla parte del cervello che viene danneggiata: dopo un ictus una persona può avere problemi di movimento, per una paralisi degli arti di un lato del corpo, oppure difficoltà di linguaggio o di pensiero.
La riabilitazione può fare molto per il recupero funzionale causato da questi deficit, ma non bisogna mai dimenticare che nella maggior parte dei casi le conseguenze, qualora superabili, hanno comunque un impatto significativo sulla qualità della vita.
Come abbiamo già detto, purtroppo, in molti casi l’ictus ischemico è mortale o lascia segni gravi per la salute, come difficoltà nel parlare oppure una paresi.

Recupero motorio post ischemia
Conseguenze secondarie dell’attacco ischemico
Al di là dei danni fisici e neurologici primari, l’ischemia può causare anche altre complicanze minori, che però possono influire sul benessere dell’individuo.
Ad esempio, persone che non riescono a recuperare la capacità di deglutire, possono sviluppare problemi di disidratazione e denutrizione, così come possono correre il rischio di inalare saliva e alimenti nei polmoni, incorrendo in una polmonite da aspirazione.
In seguito a un colpo ischemico le persone sono spesso costrette a lungo a letto, questo può causare piaghe da decubito che necessitano cure e medicazioni, e perdita muscolare che andrà poi recuperata con la riabilitazione motoria.
Restare a lungo in una posizione immobile può causare anche un blocco degli arti inferiori e conseguente trombosi venosa profonda (formazione di coaguli nelle vene delle gambe e dell’inguine).
Coaguli che possono spostarsi e arrivare ai polmoni, provocando embolia polmonare.
Infine, non vanno trascurati gli aspetti psicologici. Le persone in seguito a ictus e ischemia, vedendosi limitati nei movimenti e magari con danni più o meno gravi e più o meno permanenti, possono accusare depressione, incapacità di reagire e crisi di ansia.
CareVox aiuta le persone con malattie croniche ad assumere un ruolo attivo nella gestione della propria Salute, migliorando la loro qualità di vita e quella dei loro caregiver anche in seguito a un’ischemia.