Giugno 10, 2021

Riabilitazione ictus: conseguenze, recupero e ritorno alla normalità

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L’ictus è un fenomeno esplosivo che solitamente arriva senza preavviso. 


Sono molti i casi in cui, purtroppo, le conseguenze sono irreversibili per la persona che ne è colpita, ma altrettanti quelli in cui, se la lesione causata dall’ictus danneggia il tessuto cerebrale senza distruggerlo completamente, è possibile ottenere un recupero delle sue funzionalità, parziale o totale.


Per chi subisce un ictus, quindi, la riabilitazione è fondamentale. 


Il trattamento riabilitativo comincia in ospedale subito dopo la ripresa del paziente, cioè appena raggiunge condizioni clinicamente stabili, e continua finché non si raggiunge il più alto livello di miglioramento possibile. 


Si tratta di un processo lungo, che non ha una durata stabilita o quantificabile ma che viene valutata solo in base alla risposta dell’organismo. 


Il recupero post ictus e l’adattamento alla nuova condizione di disabilità richiedono molto impegno e sforzo, fisico e psicologico, sia per la persona interessata che per tutti quelli che le sono vicini e la accompagnano in questo percorso.


Nel recupero post ictus, il ritorno alla vita normale, laddove possibile, dipende da tanti fattori, per cui non esiste un modus operandi, né tantomeno è possibile quantificare tempi e risultati. 


Tutto dipende in primo luogo da quanto il colpo è stato forte e dai danni subiti, poi entrano subito in gioco la velocità di reazione dell’individuo e l’impegno profuso nel percorso riabilitativo.


Per alcuni la riabilitazione può portare a una completa guarigione, per altri invece la ripresa non sarà mai completa, ma in ogni modo si cercherà di ottenere la migliore qualità di vita possibile.


Come avviene la riabilitazione post ictus

La disabilità conseguente a un ictus, sia ischemico che emorragico, dipende da diversi fattori: la gravità del danno e la zona del cervello colpita in primis, poi la condizione di salute pregressa e l’età della persona. 


Alcune cellule nervose muoiono e non saranno più recuperabili, altre invece restano solo danneggiate. La riabilitazione va a lavorare proprio su queste ultime in quanto, essendo ancora in vita, possono recuperare, parzialmente o totalmente, la loro funzionalità.


Dopo la prima fase iniziale di “risveglio”, i miglioramenti cominceranno a essere lenti. La parte più complicata del recupero è capire come gestire la nuova vita, soprattutto in virtù della nuova condizione fisica. 


Non è raro, infatti, che si debba imparare a usare un’altra mano, se quella con cui eravamo abituati a fare tutto prima rimane paralizzata, oppure accettare di doversi spostare in carrozzella, se le gambe non sono più in grado di sorreggerci.


Il recupero più importante, comunque, avviene in genere entro i 3 mesi dopo l’ictus. Alcune persone continuano a migliorare anche dopo questo periodo, soprattutto se hanno subito lesioni al linguaggio e alla capacità comunicativa.


Recupero ictus: a cosa serve la riabilitazione

La riabilitazione dopo un’ischemia cerebrale consiste soprattutto in un processo di recupero delle abilità necessarie nella vita quotidiana, come camminare, parlare, deglutire, prendersi cura di se stessi e vivere i rapporti sociali.


Ridare alla persona la massima indipendenza possibile dal punto di vista funzionale e mentale è lo scopo primario della terapia riabilitativa. 


Ma anche quando il recupero totale non è possibile, nei centri di riabilitazione ictus si insegna a convivere con gli esiti della disabilità permanente.


Bisogna essere realisti: più della metà delle persone colpite da ictus perde l’autosufficienza (fonte: A.L.I.Ce.).

La riabilitazione aiuta anche a superare la nuova disabilità con esercizi specifici volti a incoraggiare le parti del cervello non colpite a imparare a svolgere funzioni che prima erano a carico della zona lesa. 


Anche una volta tornati a casa sarà necessario seguire uno schema terapeutico preciso. CareVox offre sostegno nella gestione della terapia, fornendo tutti gli strumenti per la nuova vita del reduce da ictus.


fisioterapia passiva

Fisioterapia passiva

Riabilitazione motoria

La fisioterapia dopo ictus serve per il recupero della mobilità, dell’equilibrio e della forza muscolare.


La prima fase avviene direttamente in ospedale appena il paziente appare in fase di recupero fisico, con semplici esercizi volti a sciogliere gli arti e a mantenere il tono muscolare.


Nei casi in cui il soggetto non riesca più a muovere i muscoli autonomamente, il fisioterapista interviene stimolandolo con esercizi di movimento passivo


Seppure la riabilitazione motoria interessi l’aspetto fisico, in questa fase è necessaria una buona dose di lavoro psicologico per incoraggiare il paziente verso il recupero.


Logopedia

La terapia per il recupero del linguaggio è necessaria in quei casi in cui l’ictus colpisce la capacità di parlare e comprendere i discorsi, la capacità di scrivere o di deglutire.

logopedia post ictus

Logopedia riabilitativa post ictus

Con la logopedia si apprendono nuovamente le tecniche di fonazione, deglutizione e di respirazione andate perse o lese. 


In questa fase, la buona riuscita della riabilitazione logopedica dipende molto dalla capacità di apprendimento del paziente, nonché dalla sua predisposizione e dallo stato cognitivo esistente prima dell’ictus.


Terapia occupazionale

Con la terapia occupazionale un individuo è accompagnato verso il reinserimento sociale e lavorativo, in funzione delle sue nuove capacità e abilità. 


La persona reduce da ictus avrà necessità di affrontare le attività giornaliere mantenendo il più possibile la piena autonomia e ristabilendo la propria indipendenza.


Si tratta questa di una fase estremamente personalizzata, in quanto ognuno proviene da un tessuto sociale e familiare diverso, oltre che abituato a diversi stili di vita.


Conseguenze ictus

Ricominciare a vivere dopo l’ictus richiede un grande sforzo, sia da parte della persona colpita che dei suoi familiari.


Una volta superato il primo momento di giustificabile smarrimento, in seguito alla riabilitazione, è indispensabile accettare le nuove limitazioni e cercare il modo migliore per vivere una vita normale, riprendendo le attività precedenti oppure scoprendone di nuove, più adatte alla mutata situazione e, in molti casi, anche più soddisfacenti. 


Per le persone reduci da ictus è fondamentale tenere sotto controllo i fattori di rischio come la pressione arteriosa e la fibrillazione atriale oltre alle abitudini di vita, imparando anche a monitorarle in maniera autonoma quotidianamente per individuare ogni piccola anomalia e intervenire prontamente.


CareVox aiuta e supporta la persona reduce da ictus raccogliendo i dati, le abitudini e gli stati d'animo in un pratico diario online sempre sincronizzato e disponibile su tutti i dispositivi.


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