Luglio 8, 2021

Trattamento, diagnosi e terapia dell’ictus cerebrale

CONDIVIDI

Conosciamo l’ictus come una condizione medica che comporta un danno al tessuto cerebrale in seguito a un fenomeno di mancanza di apporto di ossigeno al cervello.

 

L’ictus ha un’insorgenza esplosiva e improvvisa e può essere irreversibile, ovvero portare alla morte, oppure lasciare danni più o meno gravi a livello neurologico alla persona che ne viene colpita.


Ci troviamo di fronte alla principale fonte di disabilità in Italia. Ecco perché l’intervento terapeutico immediato e adeguato al caso può fare la differenza.


Riconoscere l’ictus: diagnosi

In seguito a un episodio di ictus, il primo passo da compiere riguarda una serie di esami fondamentali per riconoscere il tipo (ictus ischemico o emorragico), l’area del cervello colpita con i relativi danni causati e il fattore scatenante.


Va precisato che un ictus emorragico, provocato dalla rottura di un vaso sanguigno a livello cerebrale e quindi alla fuoriuscita di sangue nell’area, è mortale nel 40/50% dei casi. 


L’ictus ischemico, invece, che è causato dal blocco di un’arteria che impedisce al sangue di confluire al cervello, bloccando quindi l’arrivo di ossigeno alle cellule, dà una possibilità di sopravvivenza ben più ampia, pari a circa il 75/85%.


In entrambi i casi, gran parte della possibilità di sopravvivenza e recupero dipendono dalla tempestività con cui vengono diagnosticati e trattati.


aree del cervello danneggiate

Aree del cervello danneggiate

Esami per la diagnosi dell’ictus

Dopo una prima analisi consultoria in cui il medico interroga direttamente il paziente, la famiglia o le persone che lo hanno soccorso in merito all’episodio scatenante e alla situazione clinica e familiare generale, vengono eseguiti una serie di esami del sangue ed esami strumentali.


I primi sono utili a valutare la capacità di coagulazione del sangue, il livello di glicemia ed eventuali altri scompensi nei valori.


Gli esami strumentali sono fondamentali, invece, per capire a quale tipo di ictus ci si trova di fronte e la sua gravità.

Essi sono:


  • TAC cerebrale e Angio TC;
  • risonanza magnetica;
  • ecografia carotidea;
  • angiografia cerebrale;
  • ecocardiogramma classico e transesofageo.

Terapia ictus cerebrale

In seguito al trasferimento in ospedale e alla diagnosi per conoscere l’entità del danno subito, la persona colpita da ictus avrà bisogno di cure immediate per superare la fase acuta e di una successiva terapia riabilitativa di durata variabile.


La scelta delle cure dipende dal tipo di ictus subito, se ischemico o emorragico. 


Trattamento dell’ictus ischemico

Per superare la fase acuta dell’ictus ischemico, se il paziente è nelle giuste condizioni, vengono somministrati farmaci trombolitici in endovena che aiutino a sciogliere il trombo e a ripristinare il normale flusso di sangue nell’area colpita. 


In questa fase, la tempestività è fondamentale: prima la situazione si normalizza, meno rischi di danni permanenti sussisteranno. 


A seconda del caso, possono essere presi in considerazione altri trattamenti, quali:


  • trombectomia, ovvero rimozione meccanica del trombo;
  • sisostruzione della carotide, in presenza di grave aterosclerosi carotidea, o tramite una TEA (endoarteriectomia carotidea) oppure con angioplastica e stent;
  • somministrazione di farmaci aggreganti, se i farmaci sopra citati non sono utilizzabili;
  • somministrazione di farmaci anticoagulanti orali.


Trattamento ictus emorragico

In caso di ictus emorragico, la terapia è volta a bloccare l’emorragia in corso e ridurre la pressione esercitata dal sangue sul tessuto cerebrale.


Il trattamento farmacologico include la somministrazione di farmaci coagulanti e, se necessario, ipotensivi e farmaci che riducono la pressione intracranica.


In casi di emorragia copiosa, si può procedere a un intervento chirurgico di craniotomia per rimuovere il sangue in eccesso. 


Se l’ictus emorragico è stato causato da un aneurisma, si potrà procedere con un clipping (chiusura della base dell’aneurisma), con l’embolizzazione endovascolare o con altre procedure chirurgiche da valutare caso per caso.


Per approfondimenti: Ministero della Salute - Ictus

riabilitazione post ictus

Riabilitazione post ictus

Terapia riabilitativa dopo ictus

Dopo la terapia di emergenza, il trattamento dell’ictus è mirato al recupero delle funzioni cerebrali danneggiate dal colpo.


L’individuo avrà bisogno di una terapia riabilitativa, da svolgere in strutture assistenziali o nella propria casa, a seconda dei casi. 


La riabilitazione è un passaggio fondamentale per il recupero delle facoltà motorie, linguistiche e muscolari, volte al ripristino totale o parziale delle attività quotidiane, a seconda dei danni subiti.


Il percorso riabilitativo non è uguale per tutti. Basti pensare che il recupero dopo un ictus emorragico spesso è solo parziale e necessita un percorso piuttosto lungo. 


Altri fattori influiscono sul recupero post ictus, come l’età del paziente, le cause scatenanti, la tempestività dei soccorsi e la qualità del percorso riabilitativo (che include la forza di volontà di chi è stato colpito).


L’Infermiere Virtuale di CareVox aiuta e sostiene le persone in fase di riabilitazione e chi se ne prende cura migliorando la qualità della loro vita attraverso strumenti per il monitoraggio e lo screening.


Protrebbe interessarti anche:

Iscriviti alla nostra newsletter ora!